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L’ante Cristo
1979, 51 x 70 olio su tela
Quadro intenso, misterioso, enigmatico, anche nel titolo, dove il titolo L’Anticristo non è blasfemia ma significanza di un divenire dal prima al dopo, dalle tenebre alla luce, dalla temporalità alla atemporalità, dall’indeterminatezza alla vita. Ancora una volta, con un tratteggio dolce del disegno e la morbidezza del pennello, StYluS crea nel proprio intimo e rappresenta sulla tela l’immagine di una luce, quella del Cristo, che è puro spirito, messaggero di un’energia che prorompe dalla notte dei tempi. Nei tratti che ricordano la Sacra Sindone, la Verità si manifesta impovvisamente come un lampo nello svelarsi o adombrarsi compiuto dei tratti della sacra immagine, che emerge dalla forma oscura e indifferenziata del cosmo.
Un piccolo grande capolavoro nel quale, ancora una volta, si confondono e si inseguono i significati esoterici e filosofici in un godimento estetico immediato: la vita, l’energia vitale che si fa spazio per manifestare la sua presenza e divenire storia, umanità, esistenza, una Sindone vivente e sempre incombente sui nostri destini.
Di particolare valenza la lavorazione della tela di iuta con il fondo lungamente preparato perchè i colori ad olio restituissero un effetto straordinario che è quello stesso dell’affresco.
Obiettivo perfettamente riuscito.
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Il Frate
1972, 40 x 70 olio su tela
L’artista ritrae l’immagine di un papa, Paolo III, che ha visto su di un libro scolastico.
Emblematico il titolo e suggestivo il disegno che riportano ad un sentimento reale o ideale che StYluS ha voluto vederci: l’Umiltà.
Forse un messaggio alla speranza in una chiesa rinnovata nel segno della semplicità, integrità morale e povertà francescana.
The artist depicts Pope’s image saw on a scholastic book, Paul III.
A symbolic title and a suggestive drawing that bring us to a real or ideal feeling that StYluS desire to see: the humility.
Perhaps a message to the hope in a renewed Church in the sign of the simplicity, of the moral integrity and of Franciscan poverty.
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La Trascendenza
1972, 30 x 45 olio su tela
Opera di straordinaria potenza evocativa del mistero della Croce, con il Cristo che è avvolto dalla luce e, al contempo, emana luce, emblema dello Spirito Divino che si fa uomo, compiendo così quella sua missione terrena che, infine, trascende in un atto d’amore che lo restituisce al Padre Celeste.
Storia e Simbolo, carne e spirito, materia e forma ideale si intrecciano e convivono insieme in un quadro in cui l’immagine di Gesù rimane volutamente non del tutto definita e come vagamente stilizzata, fra storia e metastoria, fisica e metafisica.
Da qui le figure del romano e dell’ebreo che si intravedono ai lati a rappresentare il vissuto di Gesù, dal quale non si separano poichè, nella responsabilità della sua morte e per strade diverse, hanno adempiuto al Disegno.
Contemporaneamente su tutto e tutti una Luce che domina la scena: una specie di diamante e di cuore che ci rende l’unicità dell’Evento, che ognuno di noi vive intimamente come una improvvisa Rivelazione.
L’immagine qui riprodotta è una foto di molti anni fa, in bianco e nero.
Al momento non è stato possibile avere l’originale facente parte di una collezione privata.
Great and evocative painting of the power of the mystery of the Cross, with Christ wounded by the light and, to the meantime, the Christ emanates light, the Divine Spirit’s emblem that makes himself man in the terrestrial mission the transcends in an action of love that returns him to the Celestial Father, finally.
History and symbol, meat and spirit, subject and ideal form weave and cohabit together in a painting in which the Jesus’s image remains not defined and vaguely stylized, between history physic and metaphysic.
To the sides, the figures of the Roman and the Hebrew represent Jesus’s life; they don’t separate from him since, in the responsibility of his death and for different roads, they have carried out to the divine retribution. The black and white image reproduced here is a photo of many years ago. The original painting is in a private collection.
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L’Angelo della Morte
1973, 50 x 40 olio su tela
Nell’opera l’artista ci dà una simbolica espressione del travaglio interiore di ogni persona, il travaglio in continua evoluzione di chi viene tentato e ciò nonostante sembra rifuggire ed aspirare a qualcosa di più alto e vero. È in tal senso che la punizione qui efficacemente dipinta è un modo per prendere coscienza del proprio essere, per recuperare la propria dignità umana.
The artist gives us a symbolic expression of the internal suffering of every person, the suffering in continuous evolution of whom is tried and nevertheless seems to escape for inhaling to something taller and true. So, the punishment is painted to take conscience of his own being, to recover his own human dignity.
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Profili cosmici
2000, 40 x 50 olio su tela
Opera di straordinaria potenza evocativa dove l’immagine di Cristo viene
rappresentata, nel contempo, in forma antica e genialmente nuova, con un uso eccellente non solo del disegno ma anche dei colori.
La figura qui riesce davvero ad essere, insieme, intuizione e pensiero pittorico, arte e filosofia. È il Cristo che si espande nel tempo e nello spazio, il volto di un’Energia che pervade di sè progressivamente l’intero universo e pare assistere dall’alto, misericordioso, alle vicende umane in un atto di amore e comprensione infinita.
In forma originale il Maestro ci restituisce la personalizzazione potente e affascinante di Colui che era, è e sarà; catturandoci in un’estasi estetica che solo i grandi artisti sanno fare.
L’opera, nata dopo una profonda meditazione, “esplode” sulla tela rivelandosi con la forza di un’Essenza vissuta nel proprio io interiore e nel suo valore esoterico con pennellate che inseguono, si sovrappongono, dandoci l’immensità del cielo universale, la purezza della luce e la dolcezza di un dio dal volto umano.
La cosmicità diviene sentimento, godimento spirituale.
Eccezionale per l’immediatezza con la quale ci viene incontro, opera magna di StYluS che, come novello Leopardi, dietro all’apparente semplicità, nasconde un appassionato travaglio personale e un’intensa ricerca tecnico espressiva.
Painting of extraordinary evocative power where the image of Christ is represented, at the same time, in an ancient form but genially new, with an excellent use not only of drawing but also fo colors. The figure is intuition and pictorial thought, is art and philosophy. It’s the Christ that expands himself in time and in space; the face of an energy that progressively pervades of itself the whole universe and it seems to assist from the tall one, merciful, to the human stories in an action of love and endless understanding.
In an original form, Sardisco gives us the powerful and fascinating personalization of who was, who is and who will be; capturing us in an aesthetical ecstasy that only the great artists can.
Profili cosmici was born after a deep meditation and now explodes on canvans revealing itself with the strength of an essence lived in the internal Sardisco’s soul, in its esoteric value with strokes that chase and overlap, giving us the whole universal sky, the purity of the light and the sweetness of a God with human face.
The cosmic sense becomes feeling and spiritual enjoyment.
Profili cosmici is great for the immediacy which is on our way; it’s StYluS’s magum opus behind an apparent simplicity. It’s hides an impassioned personal suffering and an intense search technical expressive.
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La Salvezza
1990, 32.5 x 48 carboncino sanguigno misto su carta
Dopo il trapasso, la donna viene sostenuta da un santo, sollevata a nuova vita.
Ancora una volta, il tema della morte e risurrezione raccontato in modo semplice, pasolinianamente popolare e pur potente.
After one’s final hour, the woman is supported by a saint, raised to new life.
Once more, the theme of the death and resurrection is quite simply, popular and with force, too.
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1981, 32.5 x 48 carboncino sanguigno misto su carta
Ritratto di una persona realmente esistita colta nell’attimo del trapasso, del rilassamento e abbandono. Qui la potenza evocativa si accompagna ad una sensibilissima rappresentazione del moto dell’Anima nel travaglio ed accettazione sofferta del mistero dell’Aldilà.
A really person’s portrait is taken in the instant of the one’s final hour of the relaxation and of abandonment. Here the evocative power is with to a sensitive representation of the motion of the soul, in the suffering and in the acceptance of the divine world.
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Il Mendicante
1990, 32.5 x 48 carboncino e sanguigno misto su carta
Lavoro di fantasia e di studio che, nelle espresse intenzioni dell’artista, diventerà a breve un dipinto ad olio a grandezza naturale.
In realtà è una bellissima opera in sè compiuta con la capacità di restituirci la dignità umana sofferente.
La potenza espressiva, che richiama Michelangelo Buonarroti, si mostra a pieno con un uso del colore sanguigno misto, davvero suggestivo.
Il mendicante è lì su di un lastricato, in una piazza che è il mondo, e lasciato solo, inchinato davanti ad un sacco di iuta e con in mano un rosario e qualche spicciolo.
La sua grandezza è quella stessa dell’uomo umile e povero che medita sulle sue e nostre miserie e non solo materiali, e non chiede solo denari, ma compassione,affetto.
In lui, infine, si riconoscono i tratti di un che di sovrannaturale e divino.
L’amore e la sensibilità con la quale viene alla luce questa immagine quasi religiosa è emblema della visione del mondo, della weltanchaung dell’artista: l’uomo è e rimane
al centro della storia e in ognuno si cela la forza e la dignità che ci rende simili agli altri e a Dio.
Meraviglioso messaggio.
Painting of imagination and study that will become – in the express intentions of the artist – an oil painting at full scale.
In reality it’s beautiful in itself finished with the ability to return us the suffering human dignity.
The expressive power, remembering Michelangelo Buonarroti, appears totaly with an use of the mixed blood color, indeed suggestive.
The mendicant is on pavingstone in a square that is the world and alone before a jute sack, with a rosary handly and few cents.
Its greatness is that same of the humble and poor man that meditates on his and our poverties and not only material; he doesn’t ask only money but compassion and affection.
Somentings of sovrannaturale and divine is in his lines.
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L’Eremita
1990, 32.5 x 48 carboncino sanguigno misto su carta
Disegno di grande effetto e con “momenti suggestivi”, a partire dallo sguardo compito, pieno di saggezza e consapevolezza. “La cornice” è una parete rocciosa che sovrasta, come il destino, l’uomo che, al contempo, ha emblematicamente davanti a sè, il riflesso della Croce.
L’opera ci offre da un lato un evidente senso di movimento, dato dal vento che agisce su più direzioni sull’eremita, dall’altro la dedizione di questi alla preghiera, la sua imperturbabile meditazione.
A great effect and some suggestive moments in this drawing, from the performed look full of wisdom and awareness. A “frame” is a rocky wall that overhangs the man (as the destiny) who has the reflex of the Cross ahead of him.
This work offers us an evident sense of movement by the wind that acts from more directions on the hermit and the devotion to the prayer, in his imperturbable meditation.